J’accuse … donc j’écris!

Suite française 5/2022

l’acte que j’accomplis ici

n’est qu’un moyen révolutionnaire

pour hâter l’explosion

de la vérité et de la justice 

(Émile Zola, J’Accuse…!, 13 janvier 1898)

Premessa

Strumento d’opposizione, metodo di resistenza, forma di critica al potere, arma contundente (o di difesa) se utilizzata contro (o in favore di) qualcuno o qualcosa: la scrittura, la presa di parola per iscritto è stata anche questo nel corso della storia, soprattutto a partire dall’invenzione della stampa a caratteri mobili. Il quinto numero di «Suite française» – dal titolo J’accuse … donc j’écris! – indaga questa particolare modalità di presa di parola, strettamente connessa tanto a precise forme espressive e generi letterari quanto alle peculiari circostanze storico-politiche in cui di volta in volta trova realizzazione.

spazio mobile

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Uno spazio in movimento pensato per accogliere proposte e riproposte di autori, saggi, opere d’arte,
ma anche novità, pre-print, recensioni, suggerimenti, progetti, ripensamenti, polemiche.
Legato principalmente  al tema lanciato ogni volta dalla rivista, ospita anche proposte provenienti dai lettori.

Roberto Colozza – Flâneries de noantri.  Pierre Legros e i Gesuiti. Un parigino a Roma

«Santa Maria, madre di dio, prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte. Amen». Calcolo mentalmente quanti anni potrebbero essere trascorsi dall’ultima volta che ho recitato un’avemaria

«Nucleo logico fondamentale» e differenze. Un dibattitto sull’idea di razza

Tra le tante domande che nascono dal libro di Serge Latouche, Cornélius Castoriadis et l'autonomie radicale, pubblicato in una nuova edizione

Ettore Bucci – Il primo Castoriadis: «Socialismo o barbarie», ma non utopia

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Steven Forti – La rivoluzione di Marine Le Pen o come il Front National si è convertito in un partito di massa

Nell’ultimo decennio il Front National (FN) – dal 2018 Rassemblement National (RN) – si è convertito in un modello di successo per le formazioni di estrema destra europea.

Call for papers:Leggere Tocqueville da Pechino a Buenos Aires

ABOUT

Suite française in breve
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«Mio Dio, cosa mi combina questo paese?»
(dal diario di Irène Némirovsky)

 

Che cos’è la Francia per noi? È Montaigne? Derrida? Monet? Manet? Forse la Nouvelle Vague? O magari Chanel N°5?
La Francia oggi è vieux jeu, direbbe Henry James: polvere e declino conditi da indubbia eleganza. Ma è proprio alla cultura e alla politica che parlano francese che è dedicata questa rivista. Non per desiderio di rivincita, di esclusività o esclusione, e neppure per coltivare una nicchia antiquaria: piuttosto, per l’importanza che le idee, gli autori e i temi della cultura francofona hanno avuto, e continuano ad avere, in politica e storia, in filosofia e letteratura, nelle arti e nelle scienze.
Da qui l’idea di puntare i riflettori sul mondo che è al centro dell’opera di Irène Némirovsky. La scommessa è concentrare attorno alla politica tutti gli altri saperi che riguardano la Francia, trattare la cultura alta senza trascurare quella pop, tenere in equilibrio corale e singolare (termini di Irène), incrociare sguardi interni e sguardi esterni, non fermarsi alla finestra italiana.
È un progetto che può essere realizzato in modi diversi. Noi abbiamo scelto di fondare una rivista scientifica – un numero l’anno, monografico, costruito a partire da una call, pubblicato in italiano, inglese e francese – e di aprire al suo interno  sans souci,  uno spazio dedicato a proposte e riproposte saggistiche, letterarie, artistiche, all’intervento dei lettori.

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