Nicola Panichi - Nella introduzione all’edizione italiana di Frêle bonheur. Essai sur Rousseau, Remo Bodei
Una vecchia edizione del Voyage en Italie di Montaigne – autore centrale negli studi di Todorov – è corredata da un disegno che raffigura il tragitto del grande umanista e del piccolo corteo che lo accompagna. È solo uno schizzo, semplice, addirittura grezzo, eppure di grande utilità per il lettore: permette di abbracciare con uno sguardo l’intero percorso, cogliere la posizione nello spazio e nel tempo, ritrovare agevolmente i luoghi descritti nel diario di viaggio.
Avere a disposizione qualcosa di simile per Todorov, poterne mappare studi e ricerche, sarebbe egualmente utile? E, ancor prima, sarebbe possibile? Il fatto è che ogni tentativo in questa direzione è legato a doppio nodo al proprio orizzonte culturale.
Per dedicare il primo numero di Suite française alla figura di Todorov ci sono ragioni che vanno al di là degli anniversari. Todorov ha sollecitato con domande profonde e scottanti il nostro presente, e continua a farlo. Sopra tutte, il confronto con l’altro. La scoperta, la conquista, la definizione, l’accettazione o il rifiuto dell’altro: operazioni per mezzo delle quali costruiamo la nostra identità.
L’esule volontario, «né politico né economico», si è via via allontanato dallo studio del testo letterario per dedicarsi a ciò che gli sta intorno: lo ha fatto attraversando barriere